Dopo aver pubblicato un articolo sulla Motorizzazione civile di Roma, oggi proseguiamo il nostro viaggio con un nuovo tema. Durante la vita lavorativa di una persona e quindi lo svolgimento di una qualsiasi attività professionale, può capitare che, in situazioni particolari, gli venga richiesto di produrre ed esibire un attestato di servizio (o definito anche certificato di servizio lavorativo). Sebbene alcuni sappiano cosa esso sia, altre persone invece potrebbero non conoscere tale documento. In effetti, come abbiamo detto, non è un’attestazione che viene richiesta frequentemente, ma solo in alcuni casi specifici e di cui parleremo più avanti.
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- Cos’è questo tipo di documento e perché viene richiesto
- Approfondimenti legali in materia di attestati di servizio
- Comparazione Internazionale
- Consigli su come utilizzarlo
- Consigli per i Datori di Lavoro
- FAQ
Cerchiamo quindi di chiarire meglio tutto questo, andando a scoprire cosa siano gli attestati di servizio, chi è tenuto obbligatoriamente a compilarli, in quali situazioni possono essere richiesti e cosa devono contenere o comunque indicare. Questi, comunque, ed è bene precisarlo, rappresentano un genere di documentazione importante sia per colui che la richiede e sia per il soggetto che dovrà in seguito analizzarla e valutarla.
Cos’è questo tipo di documento e perché viene richiesto
In pratica, un attestato di servizio è una dichiarazione che può essere richiesta da un qualsiasi lavoratore o professionista al suo datore di lavoro (o ex) e che attesti appunto lo svolgimento di tale attività presso una società o un ente. Di solito, questa richiesta, che deve essere scritta, è effettuata in particolari situazioni e cioè quando l’attestato di servizio è un documento preteso da un istituto finanziario o una banca, a seguito di domanda di prestito o di mutuo da parte del lavoratore oppure per la cessione del quinto del suo stipendio.
Tali enti finanziari, infatti, in occasione di richiesta di prestiti o mutui domandano al soggetto richiedente di produrre ed esibire almeno una busta paga e, appunto, un attestato di servizio, che certifichi che la persona lavori o presti servizio effettivamente presso un’azienda o un datore di lavoro. Sarà infatti quest’ultimo oppure il suo rappresentante legale o aziendale a firmare e certificare l’atto.
A parte per richiedere un mutuo o un prestito bancario, un ulteriore motivo per cui un dipendente necessita di un documento di questo genere è, ad esempio, in caso di controversie con l’INPS a riguardo di periodi contributivi non risultanti all’ente previdenziale. Una certificazione del genere, infatti, proverebbe il lavoro svolto dal soggetto presso una o più aziende o datori di lavoro in un periodo determinato ed i relativi contributi accumulati.
Come richiedere e cosa deve contenere tale attestazione
La richiesta scritta di un attestato di servizio del lavoratore deve essere indirizza direttamente al proprio datore di lavoro oppure all’ufficio del personale della società. All’interno di tale domanda, a parte alcuni dati obbligatori, lo stesso dipendente può chiedere che siano inserite ulteriori informazioni utili per gli usi che egli ne dovrà fare.
Un esempio è rappresentato dalla quota di TFR accumulata dal soggetto e reperibile facilmente anche sulla Certificazione Unica (ex Cud) di questi. In altri casi particolari, come quando si richiede la cessione del quinto dello stipendio, è possibile si debbano inserire anche informazioni riguardo eventuali procedimenti o provvedimenti di natura disciplinare a carico del lavoratore. Quest’ultimo tipo di informazione, in effetti, spesso è richiesto dagli istituti bancari prima di procedere ad un finanziamento.
La motivazione alla base di questa richiesta, da parte degli enti finanziari, di tale particolare informazione è facilmente intuibile. Infatti, nel caso il lavoratore sia oggetto di un provvedimento di natura disciplinare in corso, si potrebbe prospettare per lo stesso anche un eventuale licenziamento e quindi la cessazione del rapporto di lavoro presso l'azienda in questione o il datore di lavoro stesso. Di conseguenza, la richiesta di mutui o altri tipi di prestiti (ad esempio la cessione del quinto dello stipendio) verrebbe ad essere annullata o comunque non più accettata.
E proprio questo genere particolare di finanziamento, quale può essere la cessione del quinto appunto, delle volte alla base della richiesta di questo specifico attestato, come abbiamo visto in precedenza, implica il coinvolgimento del datore di lavoro. Infatti questi dovrà prelevare dalla busta paga mensile del suo lavoratore la rata da destinare all'ente bancario o finanziario creditore. Ed in questo caso, l'indicazione del reddito medio netto mensile assume una fondamentale importanza.
Infatti, l'importo della rata non può oltrepassare il quinto di tale stipendio (quindi il 20%), ma al netto di imposte, contributi di natura previdenziale ed eventualmente anche di altre rate da pagare relative ad ulteriori finanziamenti ottenuti in precedenza. Di conseguenza, questo genere di informazione, qual è la retribuzione del lavoratore appunto, è essenziale per la valutazione dell'affidabilità di tale soggetto (e della sua effettiva possibilità di rimborsare il prestito ottenuto) agli occhi dell'ente finanziario creditore.
Comunque, i dati obbligatori che devono essere inseriti nell‘attestato sono innanzitutto quelli anagrafici del lavoratore, seguiti poi dalla sua funzione e posizione all’interno dell’azienda, le conoscenze specialistiche e le qualifiche possedute dallo stesso, durata del rapporto di lavoro e (nel caso) motivazione della sua conclusione, tipologia contrattuale utilizzata, comportamento tenuto dal soggetto nei confronti di superiori e colleghi di lavoro. Infine, data e firma del datore di lavoro, corredate eventualmente dal timbro aziendale.
Non devono assolutamente figurare invece sul documento delle informazioni riguardanti, ad esempio, il numero di giorni di assenza del lavoratore dovuti a malattia oppure l’appartenenza ad un sindacato (all’interno o all’esterno dell’azienda) o ad un partito. Questi dati sensibili, infatti, rientrano tra quelli soggetti al diritto alla riservatezza o privacy e di conseguenza sono tutelati dalla normativa italiana.
L'attestato di servizio prodotto risulterà quindi essere una dichiarazione da parte del datore di lavoro, del titolare dell'azienda o del responsabile dell'ufficio del personale della stessa e naturalmente dovrà essere prodotta su carta intestata e su cui sarà presente, come abbiamo già accennato, una firma e, nel caso, anche il timbro della società di appartenenza. Se non è richiesto espressamente l'inserimento di informazioni particolari, l'attestato termina con la dicitura: "Il presente documento è rilasciato per gli usi consentiti dalla legge".
Approfondimenti legali in materia di attestati di servizio
Obbligo di rilascio:
Il rilascio dell'attestato di servizio è un obbligo previsto dall'articolo 2118 del Codice Civile, che recita: "Il prestatore d'opera ha diritto, al termine del rapporto di lavoro, a un certificato che attesti la durata del rapporto di lavoro, le mansioni svolte, la qualifica professionale posseduta e la retribuzione ultimamente corrisposta".
Termini di rilascio:
L'attestato di servizio deve essere rilasciato dal datore di lavoro entro 15 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro. In caso di ritardo o mancata emissione, il dipendente può rivolgersi alla Direzione Territoriale del Lavoro (DTL) competente per territorio.
Dati da includere:
L'attestato di servizio deve contenere i seguenti dati:
- Dati anagrafici del lavoratore: nome, cognome, luogo e data di nascita, Codice Fiscale.
- Dati anagrafici del datore di lavoro: ragione sociale, sede legale, codice fiscale.
- Data di inizio e fine del rapporto di lavoro.
- Mansioni svolte dal lavoratore.
- Qualifica professionale posseduta dal lavoratore.
- Retribuzione ultimamente corrisposta.
- Livello di inquadramento contrattuale.
- Cassa previdenziale di riferimento.
- Motivo di cessazione del rapporto di lavoro.
Sentenze e casi giurisprudenziali:
In materia di attestati di servizio, si segnalano alcune sentenze significative della Corte di Cassazione:
- Cassazione, sentenza n. 10444 del 2016: la Corte ha stabilito che il datore di lavoro è tenuto a rilasciare l'attestato di servizio anche in caso di licenziamento per giusta causa.
- Cassazione, sentenza n. 22235 del 2015: la Corte ha affermato che il diritto al rilascio dell'attestato di servizio si prescrive in cinque anni.
Consigli:
- In caso di difficoltà nel ottenere il rilascio dell'attestato di servizio, è consigliabile rivolgersi a un sindacato o a un avvocato.
- È importante conservare l'attestato di servizio per un periodo di almeno cinque anni, in quanto potrebbe essere utile in caso di controversie con il datore di lavoro o per la richiesta di prestazioni previdenziali.
Comparazione Internazionale
La gestione e il valore dell'attestato di servizio variano significativamente da un paese all'altro, riflettendo le diverse culture lavorative, normative e sistemi previdenziali. Negli Stati Uniti, ad esempio, l'equivalente dell'attestato di servizio può essere rappresentato da lettere di referenze o certificazioni di lavoro, che spesso i dipendenti richiedono ai loro ex datori di lavoro per supportare le loro candidature per nuove posizioni. In Germania, il "Zeugnis" è un documento formale che ogni dipendente ha il diritto di ricevere al termine del rapporto di lavoro, dettagliando non solo la durata dell'impiego ma anche le prestazioni e il comportamento.
Nel Regno Unito, la prassi riguarda più che altro la fornitura di referenze su richiesta, piuttosto che un certificato formale alla fine del rapporto di lavoro. Queste referenze tendono a concentrarsi sul confermare i periodi di impiego piuttosto che fornire valutazioni dettagliate delle prestazioni.
In Francia, il "certificat de travail" è obbligatorio alla conclusione di ogni rapporto di lavoro e fornisce informazioni di base sul periodo di impiego, senza entrare necessariamente nei dettagli delle prestazioni del dipendente, a meno che non sia specificatamente richiesto.
Questa varietà riflette l'importanza di comprendere le specificità locali quando si tratta di attestati di servizio, soprattutto in un contesto internazionale. La consapevolezza di queste differenze può essere cruciale per i lavoratori che cercano opportunità in paesi diversi dal proprio o per le aziende che operano a livello internazionale.
Consigli su come utilizzarlo
L'attestato di servizio è uno strumento prezioso che può essere sfruttato in diversi modi:
- Negoziazioni per Miglioramenti Contrattuali: Utilizza l'attestato di servizio come prova della tua esperienza e del tuo impegno lavorativo quando discuti di promozioni o miglioramenti delle condizioni contrattuali. Un documento che attesta le tue competenze e la tua dedizione può servire come leva nelle negoziazioni.
- Candidature per Nuove Posizioni Lavorative: Allega l'attestato di servizio alle tue candidature per dimostrare la tua esperienza professionale e le tue qualifiche. Questo può essere particolarmente utile per posizioni che richiedono specifiche competenze o anni di esperienza.
- Accesso a Servizi Finanziari: In situazioni in cui è richiesta la prova di un impiego stabile, come per la richiesta di mutui o prestiti, l'attestato di servizio può fornire ai creditori la conferma necessaria della tua occupazione e del tuo reddito.
Consigli per i Datori di Lavoro
Per i datori di lavoro, redigere un attestato di servizio che sia efficace che conforme alle normative richiede attenzione e cura. Ecco alcuni consigli:
- Chiarezza e Completezza: Assicurati che l'attestato includa tutte le informazioni rilevanti, come i periodi di impiego, le mansioni svolte, e, se appropriato, le competenze acquisite e le responsabilità assunte. Questo aiuta a fornire un quadro completo dell'esperienza del dipendente.
- Conformità alle Normative: Ogni paese ha le proprie leggi riguardanti ciò che può e non può essere incluso in un attestato di servizio. Familiarizza con queste normative per evitare potenziali questioni legali.
- Oggettività e Professionalità: Mantieni un tono professionale e obiettivo, evitando commenti personali che potrebbero essere interpretati come pregiudizievoli. Se necessario, fornisci una valutazione delle prestazioni che sia equa e basata su fatti concreti.
- Trasparenza e Accuratezza: Assicurati che le informazioni fornite siano accurate e verificabili. Questo non solo aumenta la credibilità del documento ma protegge anche l'azienda da possibili contestazioni.
Seguire questi consigli non solo assicura che l'attestato di servizio sia di aiuto per il dipendente nelle sue future iniziative professionali o finanziarie, ma salvaguarda anche l'integrità e la reputazione dell'azienda.
FAQ
Cos'è il certificato di lavoro?
Il certificato di lavoro è un documento ufficiale rilasciato dal datore di lavoro al dipendente. Esso attesta l'attività lavorativa svolta dal dipendente presso l'ente o l'azienda, la durata del rapporto di lavoro, le mansioni svolte e altri dettagli rilevanti. Questo documento è spesso richiesto in vari contesti, come per esempio durante processi di selezione per nuovi lavori, per l'accesso a determinati servizi o crediti, o per motivi legali.
Quando ho diritto a ricevere un certificato di lavoro?
Generalmente, ogni dipendente ha il diritto di ricevere un certificato di lavoro al termine del rapporto di lavoro, indipendentemente dal motivo della cessazione. Tuttavia, in alcune giurisdizioni o in base a specifici contratti collettivi, potrebbe essere possibile richiederlo anche durante il rapporto di lavoro. È importante consultare la normativa locale o il proprio contratto per capire le specifiche condizioni.
Cosa deve contenere un certificato di lavoro?
Un certificato di lavoro dovrebbe fornire informazioni chiare e obiettive sul rapporto lavorativo. Solitamente include: i dati dell'azienda, i dati del dipendente, la data di inizio e fine del rapporto lavorativo, la mansione svolta, eventuali qualifiche acquisite, e a volte anche una breve valutazione delle competenze e dell'attitudine al lavoro del dipendente. Non dovrebbe contenere giudizi personali o informazioni non pertinenti al contesto lavorativo.
Cosa fare se non ricevo il certificato di lavoro o se ci sono errori?
Se un datore di lavoro rifiuta di rilasciare un certificato di lavoro o se il documento contiene errori, il dipendente ha il diritto di contestare la decisione o chiedere le correzioni necessarie. In molti paesi, il rilascio del certificato di lavoro è un obbligo legale per il datore di lavoro. Se si verificano problemi, può essere utile consultare un avvocato specializzato in diritto del lavoro o un sindacato per ricevere assistenza.
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